Dal 24 al 27 settembre nuova esposizione collettiva per il Centro d’Arte
Gli artisti di Fraternità e Amicizia partecipano alla terza edizione della Biennale LeArtiPossibili dedicata al tema del rame. Il progetto, ideato da Francesca Bagnoli e Cristina Ghiglia nel 2016, mira a far convergere in un’unica riflessione abilità e sensibilità artistiche differenti di artisti, artigiani, arteterapeuti e gruppi provenienti da strutture di cura, accoglienza e riabilitazione che fanno della pratica artistica uno strumento non solo espressivo e conoscitivo, ma anche terapeutico, educativo e di condivisione.
La Biennale LeArtiPossibili 2020 RAME ha raccolto 75 adesioni individuali e 43 di gruppo, per un totale di oltre 120 opere che verranno esposti a Milano presso la sede della Stecca 3.0, in via De Castilla 54, Milano, con il patrocinio del Municipio 9, del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Milano. Una grande partecipazione che ha dato vita a una mostra in cui il rame viene mostrato declinato, grazie alla sua estrema duttilità e malleabilità, nelle sue differenti modalità di impiego, svelando, nel suo polimorfismo, l’enorme ricchezza della diversità.
L’opera condivisa dei nostri artisti è un lavoro sociale, che mette in luce il bisogno di partecipare di ognuno di noi, di aggiungere qualcosa di sé, a ciò che lo circonda, qualcosa del proprio mondo interiore in relazione a quanto vive. Ogni artista attraverso il proprio atto artistico si è messo in gioco e ha condiviso in un tessere di trame che lasciano testimonianza di sé, nell’incontro con l’altro.
Da qui il titolo scelto: “tRAME e te”. Eccola presentata nel Catalogo della mostra:
La mostra resterà aperta da giovedì 24 a domenica 27 Settembre, dalle 10.00 alle 19.00. Le normative anti-Covid prevedono un accesso limitato alla mostra e il rispetto delle regole di comportamento, tra cui l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della visita. Il primo ingresso è previsto per le h.10.30 e l’ultimo per le h.18.00. Gli ingressi sono scaglionati ogni mezz’ora.